Henrik Zeberg e le previsioni per il crollo del mercato.
Henrik Zeberg, noto analista di mercato e autore dello Zeberg Report, lancia un avvertimento preoccupante sul futuro dei mercati finanziari. Secondo lui, l’attuale sopravvalutazione dei titoli azionari, misurata attraverso indicatori come il celebre Buffett Indicator, rappresenta un livello mai raggiunto nella storia. Questa condizione, alimentata da anni di politiche monetarie espansive e dall’eccesso di liquidità, ha creato bolle speculative non solo nei mercati azionari, ma anche in asset come le criptovalute e i titoli meme. Zeberg avverte che questo contesto potrebbe preludere a un drammatico crollo, con implicazioni ben oltre il mondo della finanza.
L’analista prevede che il mercato raggiungerà un picco nei prossimi mesi, con l’S&P 500 che potrebbe toccare i 6.300-6.400 punti, seguito da una correzione del 50-55%, portando l’indice intorno ai 3.600 punti. Questo calo segnerebbe l’inizio di una crisi deflattiva, caratterizzata da un forte aumento della disoccupazione, un crollo dei consumi e una contrazione dei mercati del credito. Zeberg paragona questo scenario alla crisi finanziaria del 2008, sottolineando come le bolle interconnesse nei mercati azionari, delle criptovalute e del private equity possano amplificare il danno.
Dopo questa fase deflattiva, Zeberg prevede un contesto stagflattivo in cui la risposta delle banche centrali e dei governi, attraverso stimoli monetari e fiscali aggressivi, potrebbe scatenare un’ondata inflazionistica. In questa fase, beni reali come oro e argento diventerebbero protagonisti, con un boom delle materie prime alimentato dalla domanda speculativa. Tuttavia, nonostante gli interventi, la ripresa economica potrebbe rimanere debole, con un panorama caratterizzato da stagnazione economica e prezzi in aumento.
I segnali di difficoltà economica, secondo Zeberg, sono già evidenti. Le inversioni della curva dei rendimenti indicano l’avvicinarsi di una recessione, mentre il mercato del lavoro mostra crepe con l’aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione e l’incremento delle insolvenze sulle carte di credito. Inoltre, le revisioni dei dati sull’occupazione del 2024 potrebbero rivelare una crescita molto più debole di quanto inizialmente riportato.
Zeberg critica la Federal Reserve per basare le sue decisioni su dati inflazionistici ritardati invece che su indicatori prospettici. Avverte che i tagli dei tassi, tradizionalmente utilizzati per mitigare le crisi, arrivano spesso troppo tardi per essere efficaci. Nel frattempo, i timori inflazionistici potrebbero spingere i rendimenti a lungo termine verso l’alto, aggravando ulteriormente le sfide economiche.
Anche il mercato immobiliare non è immune. Sebbene non si trovi nella stessa situazione di sovraindebitamento del 2007, Zeberg prevede un indebolimento dovuto all’aumento della disoccupazione e al calo della spesa dei consumatori. Il risultato sarà una significativa diminuzione dei prezzi delle case, sebbene non così grave come durante la crisi finanziaria.
Per quanto riguarda le valute, Zeberg anticipa che durante la fase deflattiva il dollaro si rafforzerà significativamente, con il Dollar Index (DXY) che potrebbe raggiungere i livelli di 122, favorendo investimenti in contanti e obbligazioni a lungo termine. Successivamente, nella fase inflazionistica, le materie prime diventeranno il fulcro dell’interesse degli investitori, con oro e argento che offriranno opportunità significative.
Un ulteriore rischio arriva dalle politiche protezionistiche, come i dazi proposti dalla nuova amministrazione americana. Zeberg li definisce “tasse sui consumatori”, sottolineando che potrebbero aggravare l’inflazione e l’instabilità economica. Come accaduto nel 1929, tali misure rischiano di limitare il commercio e aumentare i costi, approfondendo la crisi economica.
In conclusione, Zeberg dipinge un quadro di mercati estremamente vulnerabili e di un’economia globale che potrebbe attraversare una fase di profonda trasformazione. Gli investitori dovranno essere pronti ad affrontare una volatilità crescente, adottando strategie bilanciate che proteggano dai rischi e sfruttino le opportunità offerte dai beni reali. La chiave per navigare questa complessa situazione sarà monitorare attentamente gli indicatori economici principali e le politiche delle banche centrali.