Dollaro USA: per UBS ( e non solo) e’ ora di venderlo..

C’è una ragione convincente per prendere una posizione ribassista sul dollaro americano, nonostante il recente rally che ha visto il suo valore aumentare in modo significativo. Diversi elementi indicano che il dollaro potrebbe aver raggiunto livelli insostenibili e che, piuttosto che inseguire ulteriori guadagni, sarebbe più opportuno sfruttare questa forza per prepararsi a un possibile indebolimento.

 

La banca d’investimento UBS ha assunto una posizione contrarian, suggerendo che il rally del dollaro è stato trainato principalmente da due fasi: un primo aumento, pari al 4%, avvenuto tra settembre e novembre, alimentato da dati economici che mostravano gli Stati Uniti in crescita rispetto alle altre principali economie, e un ulteriore incremento del 3% dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, sostenuto dalle aspettative di politiche di crescita promesse dalla nuova amministrazione. Tuttavia, UBS ritiene che gran parte delle notizie positive per il dollaro siano già state ampiamente scontate dal mercato e che i rischi legati alla politica commerciale di Trump, inclusi i potenziali dazi e le restrizioni sull’immigrazione, non siano ancora stati valutati appieno dagli investitori.

 

Le politiche protezionistiche di Trump potrebbero infatti avere un impatto negativo sulla crescita economica degli Stati Uniti a lungo termine. L’imposizione di dazi doganali potrebbe ridurre il commercio internazionale, incidere negativamente sugli investimenti e portare a misure di ritorsione da parte degli altri paesi, diminuendo ulteriormente la competitività delle esportazioni statunitensi. Questo scenario potrebbe tradursi in una revisione al ribasso delle aspettative di crescita e, quindi, in una riduzione dei tassi di interesse, rendendo il dollaro meno attraente per gli investitori internazionali.

 

Un altro elemento cruciale che porta UBS a consigliare di shortare il dollaro è il fatto che la valuta statunitense appare sopravvalutata in termini ponderati per il commercio. Questo significa che il dollaro è particolarmente forte rispetto alle altre valute principali, non tanto perché i fondamentali lo giustificano, ma piuttosto perché gli investitori sono stati eccessivamente ottimisti sulla sua traiettoria futura. UBS ritiene che il dollaro abbia raggiunto un livello “straordinariamente ricco”, il che rende difficile giustificare ulteriori rialzi senza significativi nuovi stimoli economici.

 

L’approccio contrarian suggerito da UBS prevede quindi di vendere la forza del dollaro, specialmente durante eventuali ulteriori rialzi. In particolare, il consiglio è di vendere contro l’euro se scende sotto la soglia di 1,05 dollari, contro la sterlina britannica sotto 1,25 dollari e contro il dollaro australiano sotto 0,63 dollari. La banca favorisce inoltre l’acquisto del franco svizzero sopra il livello di 0,90 contro il dollaro, come possibile alternativa difensiva.

 

Questa visione è supportata anche da Longview Economics, con sede a Londra, che ritiene che l’ottimismo degli investitori nei confronti del dollaro sia a livelli estremi e insostenibili. La fiducia dei consumatori statunitensi verso il mercato azionario ha recentemente raggiunto il picco di 40 anni, suggerendo un possibile eccesso di entusiasmo. In contesti di mercato come questo, i livelli estremi di sentiment possono spesso precedere correzioni significative.